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Intervento di Gianni Pittella sul Venezuela

Editorial

Dedicherò l’ultima parte del mio brevissimo intervento al tema della comunità italiana nel mondo e, in genere, alla comunità dei migranti nel mondo. Vorrei invece dedicare i primi 4 minuti alla situazione di grave emergenza che sta vivendo il Venezuela, ne hanno parlato altri, l’ha richiamata Fava, prima Fassino, ieri ne ha parlato in maniera puntuale e con passione Marisa Bafile, ma credo che non sia sbagliato ribadire la nostra preoccupazione e cogliere l’occasione di questo importante incontro per lanciare un forte denuncia.

Noi non possiamo tollerare che non si veda e non si denunci quello che sta avvenendo in Venezuela dove s’intreccia una crisi economica e sociale drammatica ad una crisi politica e civile pericolosa. L’epilogo più raccapricciante può essere la guerra civile e lo sbocco di quasi tutte le guerre civile è l’instaurazione di un regime dittatoriale. Abbiamo individuato, hanno individuato le forze democratiche venezuelane, un percorso: esiste uno strumento previsto dalla costituzione che è il referendum revocatorio, sono state raccolte milioni di firme per ben due volte. Non si comprende, non si può accettare che non venga consentito lo svolgimento del referendum revocatorio. Il Presidente Chavez che dice su un giornale italiano “Il popolo è con me” non si capisce perché non censente al popolo di esprimersi. Qui siamo ad una contraddizione in termini, ma lo stato di drammaticità, di tragedia che vive la comunità venezuelana, dentro la quale vivono centinaia di migliaia di persone che provengono dall’Europa ed in maniera particolare dall’Italia è una drammaticità e una tragedia che merita una sanzione. Diventa incredibile e in qualche modo paradossale e allarmante il silenzio di alcune autorità. Io lo voglio dire qui, a me fa specie il silenzio del Governo Italiano rispetto alla situazione che vive il Venezuela. Questo Ministro per gli italiani all’estero il quale è tanto prodigo di dichiarazioni, è tanto veloce nella convocazione di convegni, tanto dedito alla convegnistica con i fondi pubblici e non riesce a spendere una sola parola a nome del Governo italiano sul dramma che sta vivendo la comunità italiana oltre che la comunità venezuelana è una cosa allarmante. Ha ricordato Pasqualina Napoletano che ieri il Parlamento europeo ha approvato anche su nostra spinta ed iniziativa una risoluzione in cui si chiede l’intervento delle istituzioni comunitarie che si avrà l’intervento ufficiale delle istituzioni comunitarie sul governo venezuelano perché venga consentito lo svolgimento del referendum revocatorio.

Secondo ed ultimo punto del mio intervento è il ruolo delle comunità italiane nel mondo. Nell’America latina la comunità italiana è presentissima, come sanno bene i compagni e gli amici cileni, uruguayani, brasiliani, venezuelani, argentini, eccetera. Il messaggio che noi diamo alla nostra comunità italiana nel mondo è un messaggio chiaro. Noi siamo per l’integrazione, la via maestra della comunità italiana è la via dell’integrazione. L’italianità che noi vogliamo non solo difendere ma esportare è una italianità che non è un pezzo distinto e distante, avulso da una società multiculturale e multietnica e avulso dalla realtà che ci ospita. E’ invece un pezzo di una realtà in movimento, dinamica nella quale noi italiani che viviamo all’estero possiamo portare il nostro contributo. E lo possiamo fare in tutti i campi, anche nella politica, come nell’economia, nella ricerca, nella scienza e lo vogliamo fare anche portando dietro i nostri valori e cercando di concorrere alla globalizzazione dei diritti. Io pensavo, ascoltando Fassino sul tema della globalizzazione dei diritti, della globalizzazione delle istituzioni politiche della risposta politica alle sfide della globalizzazione, pensavo che il popolo dei migranti, non soltanto dei migranti italiani perché il popolo dei migranti, abbraccia tante realtà nazionali che sono in movimento permanente nel mondo. Quindi è il più interessato alla globalizzazione della politica perché il riconoscimento dei diritti di cittadinanza, a cui tengono innanzitutto i migranti dispersi ed in movimento in tutto il mondo, è un tema che può essere riconosciuto ed affrontato soltanto se c’è la globalizzazione della politica.

La creazione di uno spazio politico europeo e mondiale, io penso che si incroci questo doppio aspetto, la creazione di uno spazio europeo e mondiale e la creazione di partiti politici europei e mondiali. Noi abbiamo questa realtà, abbiamo una grande realtà che si chiama Internazionale Socialista ed abbiamo una realtà un po’ più debole che si chiama partito del Socialismo europeo. Poi abbiamo una grande realtà che si chiama Unione Europea sul piano istituzionale e che è una realtà che necessita di forti iniezioni di adrenalina sia sul piano del coraggio del liberarsi dal protezionismo economico sia sul piano di un eccessivo nanismo politico. Abbiamo poi il Mercosur che però va accompagnato, va aiutato a crescere e a svilupparsi.

Lungo questi crinali io penso che debba svilupparsi la nostra iniziativa politica e credo che vada ringraziata Marina Sereni, Donato di Santo e tutti i compagni che hanno creato questa occasione per alimentare questo dibattito.



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