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VENEZUELA, ORO NEGRO MORTE BIANCA

Di Maria Luz FdC

Caracas 19 Ottobre 2005 | Sultanato o republica rivoluzionaria ? Immaginiamo la confusione del cittadino medio europeo il quale dai tempi delle visite dell'arcifamoso e strafalario Re Faruk non riceveva impressioni cosí contraddittorie sullo stesso personaggio.

Lo stadio Giuseppe Meazza della cittá di Milano dedicato ad una partita di calcio Inter/ Venezuela per un solo spettatore, il presidente della republica bolivariana e rivoluzionaria del Venezuela Hugo Chavez. Circondato dal suo seguito di oltre 200 persone. Il novello sultano di uno dei regni piú ricchi in oro nero del sud america si sposta rapidamente da Salamanca a Milano, a Roma, a Parigi dove ricevuto con tutti gli onori dedica il tempo e i denari dei contribuenti venezuelani a conferenze stampa dove si respira un aria rivoluzionaria, comunista circondata da una aureola ascetica, quella del nuovo profeta.

Ma é questa la republica del Venezuela dove cinquant'anni fá sono emigrati migliaia e migliaia di italiani in cerca di quel pane e quel lavoro che la patria non gli poteva offrire ? Difficile ammetterlo peró ogni giorno di piú assomiglia al panorama sabbioso e al regime teocratico vigente nella vicina Libia dove il figlio del governante ad eternum si puó permettere il lusso di essere presidente della lega di calcio locale ed affittare una squadra spagnola di prima divisione per un gioco amichevole. Mancano le dune, le tuniche e i minareti che spiccano sul cielo di Tripoli peró chissá magari un giorno o l'altro arriveranno anche quelli.

Mentre il sultano venezuelano cavalca l'europa pavoneggiandosi sulla quantitá dei barili di greggio che esistono nella riserva e in realtá mente su quanti se ne producono i porti del Venezuela sono un vá e vieni di navi, le une caricate di oro nero che salpano verso l'acerrimo nemico che peró paga in sonanti dollari e le altre caricate con la polvere della morte che viaggiano verso i porti di coloro che oggi aprono le braccia al sultano. Cocaina verso la Spagna, l'Italia. ecc.

Certo a differenza dell'oro nero la polvere della morte non é un prodotto nazionale, in tal caso la republica bolivariana e rivoluzionaria serve solo da autopista di transito dei prodotti a base di coca coltivati in Perú e Bolivia ed elaborati in Colombia sotto le ali propettrici di quella famosa guerriglia FARC che sia il governo Cubano come il Venezuelano si rifiutano di definire come terroristi considerandoli come combattenti rivoluzionari. Chiaro non bolivariani ma ..........ben vicini.

In realtá Venezuela é sempre stata una nazione altamente premeabile ai traffici oscuri ma certamente mai come oggi la quantitá sequestrata che afferma il regime chavista e la immensamente superiore che transita nella piú assoluta impunitá afferma la DEA nord americana entra nel territorio nazionale ed esce imbarcata per i destini piú comuni e redditizi, USA, Spagna, Italia, Olanda ecc.

Da sempre i narco trafficanti hanno utilizzato il sistema di permettere il sequestro per parte delle autoritá di certe quantitá a cambio che altre immensamente superiori passino impuni nelle maglie della legge e dei controlli. Quello che prima si indicava in kilogrammi adesso si calcola in quintali e dalle zone selvatiche della vicina Colombia ogni giorno di piú aerei da turismo battenti bandiera venezuelana viaggiano nei cieli del continente caricati della morte bianca. Sará forse per questo che da oltre due mesi tutto il personale della DEA che operava in Caracas in collaborazione con le autoritá locali é stato dichiarato come indesiderato dal regime rivoluzionario ?

Gli alti gerarchi del regime affermano che tutte le informazioni al riguardo sono solamente una strategia del vicino e arcinemico G.W. Bush per ridurre a polvere la immagine internazionale di Hugo Chavez e della sua rivoluzione altrettanto dicansi delle statistiche elaborate dalla conosciuta ONG Svedese Tasparenza Internazionale, statistiche secondo le quali il Venezuela é uno dei paesi piú corrotti del mondo. É forse da stupirsi se il cammino della droga attraversa il sultanato come fosse una autopista ?

Impunitá sugli assassinati politici, impunitá nelle carceri per delitti di opinione, impunitá nelle costanti intimidazioni a tutte le manifestazioni democratiche che in certo modo possano disturbare la buona marcia del processo rivoluzionario. Impunitá nelle espropriazioni forzate dove per mezzo di bande armate e successivamente con presenza militare si forzano i propietari ad accettare condizioni inaccettabili. Impunitá nelle sparizioni forzate dove centinaia di individui sono spariti senza lasciare nessuna traccia secondo documentate denuncie di organizzazioni civili internazionali di assoluta e provata serietá.

Non é questo parte della corruzzione ? E mentre tutto ció avviene in Venezuela il presidente del sultanato ricorre la vecchia europa seminando il verbo della rivoluzione e la santitá della povertá. " Cristo, Garibaldi,Bolivar El Ché Guevara, Fidel, Mao, tutti rivoluzionari, tutti accesi dall'amore alla povertá" invoca mentre fá la sua entrata trinfale in Parigi sotto lo sguardo vigilante di 200 guardie al seguito.

Dio che pena, che mediocritá !



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